
11 Mar AIUTI A FAMIGLIE E IMPRESE, OGGI IL NUOVO DECRETO
Il Consiglio dei Ministri esamina oggi un provvedimento che dovrebbe aumentare gli stanziamenti in deficit, salendo almeno a 10 miliardi. Prevista una serie di interventi per sostenere la liquidità delle pmi.
Cassa integrazione per tutti i settori e in tutta Italia, congedi speciali per i genitori che hanno i figli a casa da scuola, aiuti specifici per gli autonomi e per i lavoratori stagionali. E poi un sostegno corposo alla liquidità delle imprese, per evitare che vengano travolte dal blocco delle attività a causa dell’epidemia. Il governo stringe sulle misure da mettere in campo con il nuovo decreto anti-coronavirus e valuta di aumentare gli stanziamenti in deficit, salendo almeno a 10 miliardi, ritoccando ancora all’insù l’indebitamento di qualche altro decimale.
Una decisione sarà presa oggi in un nuovo Consiglio dei ministri prima del voto delle Camere sulla richiesta di scostamento dagli obiettivi di finanza pubblica: l’asticella del deficit potrebbe essere portata fino al 2,7% o anche qualcosa di più, fermo restando, almeno per ora, il rispetto del vincolo europeo del 3%. Da Bruxelles arrivano segnali incoraggianti, anche sulla rapidità delle scelte. “Per sostenere i Paesi ci assicureremo che gli aiuti di stato arrivino alle aziende che ne hanno bisogno, e faremo pieno uso della flessibilità del Patto, e su questo chiariremo le regole prima dell’Eurogruppo di lunedì. Ci saranno linee guida entro il weekend”, assicura la presidente della Commissione Ue, Ursula Von den Leyen. Ma assicurazioni erano già arrivati dalla commissaria alla Concorrenza, Margrete Vestager (“restiamo pronti a lavorare con il Governo italiano su misure aggiuntive per rimediare ai seri problemi dell’economia”) e dal vicepresidente Valdis Dombrovskis: la Ue è pronta “a sostenere l’Italia e gli italiani con ogni mezzo”. Un intervento unitario viene invocato anche dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio italiano, secondo il quale è indispensabile anche il ricorso agli eurobond per sostenere i vari Paesi, a partire dai più deboli come l’Italia. Sull’economia del Belpaese l’impatto del virus sarà pesante, anche se l’authority dei conti pubblici non si spinge a fare stime, e rischia, se i supporti non saranno adeguati, di “compromettere la potenzialità dell’intero paese negli anni a venire”. Intanto per il 2020 una contrazione del Pil sarà inevitabile e ci saranno settori, a partire dal turismo, che probabilmente non riusciranno a recuperare le perdite di queste settimane nemmeno se l’epidemia si conterrà entro aprile.
Proprio il turismo è uno dei settori sotto la lente dell’esecutivo, e il primo che potrebbe godere degli indennizzi allo studio per le attività che hanno perso fette importanti di fatturato (si valuta un intervento su chi registra un -25%). Per le aziende del settore, come per tutte le pmi, l’esecutivo sta mettendo a punto, insieme ad Abi e alla Banca d’Italia, una serie di interventi per sostenere la liquidità, attraverso il congelamento dei mutui e il rafforzamento del Fondo di Garanzia delle pmi, oltre alla sospensione dei versamenti di ritenute e contributi (tutte misure già attivate per le imprese delle prime ‘zone rosse’). Ma si agirà anche sui mutui prima casa delle famiglie, in particolare per quelle che hanno attività autonome, e sulla cassa integrazione estesa a tutti i settori e anche alle piccole attività che attualmente non possono farvi ricorso. Per la Cig in deroga, annuncia il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, ci saranno circa 2 miliardi e procedure semplificate, insieme a un “rafforzamento del fondo di integrazione salariale con 500 milioni” cui potranno accedere anche “le aziende da 5 a 15 dipendenti”. Per aiutare le famiglie con figli fino a 12 anni arriveranno poi dei “congedi speciali” di 12-15 giorni (niente limiti di età per chi ha figli disabili), parametrato al reddito, o voucher babysitter da utilizzare in alternativa, che saranno potenziati per gli infermieri. In più si sta studiando anche un apposito bonus per chi deve accudire anziani non autosufficienti.
A Milano metà dei negozi e dei locali ha deciso di chiudere: Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, spiega che “ad oggi la situazione è che circa il 50% delle attività commerciali hanno deciso di chiudere”, una percentuale che è “leggermente più bassa” in provincia “perché le condizioni di mercato sono diverse”. “Hanno deciso liberamente come è giusto che facciano” aggiunge. Compito dei commercianti non è chiedere al governo di chiudere o meno per l’emergenza Coronavirus, sottolinea Barbieri. La decisione su questo spetta all’autorità. “Nostro compito – aggiunge – è chiedere risorse al governo che possano compensare i danni” per i provvedimenti presi. E che si decreti o meno la chiusura obbligatoria i danni ci sono già stati: “i danni, soprattutto nella filiera turistica – osserva – ci sono da tre settimane”. La metà delle attività chiuse sono trasversali: si tratta quindi di ristoranti, bar, ma anche boutique e negozi di vicinato. I primi a decidere la sospensione dell’attività sono stati “gli alberghi settimana scorsa” e gli altri via via, e molti “le valutazioni – conclude – le stanno facendo da oggi”.
Fonte: Confcommercio Nazionale
No Comments