Confcommercio Campania: piano economico regionale da rivedere, troppo poche le misure per le imprese

Il Piano Socio-Economico della Regione Campania non è lo strumento adeguato per dare respiro alle imprese, travolte dall’emergenza coronavirus. Esso ha un indubbio valore sul piano dell’assistenza alle fasce più deboli della popolazione, ma, per evitare la scomparsa di gran parte delle imprese campane e dei posti di lavoro, occorrono misure assai più incisive.
Questa è la posizione assunta dal Consiglio Direttivo della Confcommercio Napoli, che si è riunito in videoconferenza, con la partecipazione dei Presidenti provinciali di Caserta e Salerno Lucio Sindaco e Giuseppe Gagliano, per fare il punto sui provvedimenti della Regione e del Governo e sulle iniziative per far ripartire le imprese.
Le stesse, limitate, misure previste dal Piano sono chiaramente insufficienti a raggiungere tutte le imprese che ne hanno bisogno : il bonus di 2000 euro alle microimprese potrà soddisfarne solo 40.000, mentre in Campania sono attive oltre 300.000 microimprese. Mancano del tutto interventi a sostegno delle piccole imprese che impiegano da 10 a 50 dipendenti. Inoltre, nel prevedere un contributo – misero – di 300 euro al mese ai lavoratori stagionali del settore ricettivo, ci si è completamente dimenticati degli stagionali del commercio, della ristorazione e degli stabilimenti balneari, decine di migliaia di lavoratori privi di qualsiasi copertura.
Le priorità sono ben altre : garantire liquidità reale in tempi brevi alle imprese, con garanzia pubblica al 100%; estendere almeno sino a fine anno la cassa integrazione in deroga, perchè la crisi non finirà con la fase più acuta dell’epidemia; alleggerire l’IRAP sulle imprese; prevedere contributi diretti commisurati al calo di fatturato; sospendere tasse, canoni ed addizionali regionali.
Il giudizio della Confcommercio resta perciò sospeso, in attesa di un provvedimento specificamente mirato al sostegno alle imprese.

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