27 Dic LA MANOVRA AL SENATO PER “CHIUDERE” GIOVEDÌ
Dopo l’approvazione della Camera della manovra economica il governo punta al via libera definitivo da parte di Palazzo Madama entro il 29 dicembre.
Dopo l’approvazione della Camera della manovra economica con 197 sì e 129 no, il governo punta al via libera definitivo da parte del Senato entro giovedì mattina. Dentro la maggioranza ripartirà in fretta il pressing dei partiti per migliorare alcune misure incluse nella legge di bilancio da 35 miliardi. Al di là delle misure contro il caro energia, nella manovra secondo la maggioranza ci sono una serie di novità che danno un segnale della visione dell’esecutivo, dalla flat tax per gli autonomi allo stop alla legge Fornero con l’introduzione di Quota 103, dalla stretta al Reddito di cittadinanza alla tregua fiscale. Qualche capitolo è saltato strada facendo, come la soglia di 60 euro per l’obbligo del Pos.
FISCO: FLAT TAX PIÙ AMPIA E TAGLIO. Si allarga la platea di professionisti e partite Iva beneficiari del regime forfettario al 15%: sale infatti da 65 mila a 85 mila euro la soglia dei ricavi o compensi per avere diritto all’agevolazione. Inoltre fino a 100 mila euro viene applicata la flat tax incrementale del 15% sulla differenza tra l’incremento e il reddito più alto dell’ultimo triennio. La legge di bilancio conferma il taglio contributivo del 2% per redditi fino a 35mila euro e allarga la platea per il taglio del cuneo fiscale al 3% estendendola ai redditi fino a 25mila euro dai precedenti 20mila. Inoltre nel pacchetto lavoro anche l’estensione da 6mila a 8mila euro del tetto per le decontribuzioni dei giovani, dei percettori di Rdc e delle donne fragili.
LAVORO: RDC, DECONTRIBUZIONI E SMARTWORKING. Arriva la stretta sul reddito di cittadinanza: la manovra stabilisce che perderà il beneficio se verrà rifiutata la prima offerta di lavoro, anche se questa non verrà considerata ‘congrua’. Con la modifica, invece, la prima proposta potrà essere localizzata in qualsiasi località sul territorio nazionale o potrà non essere compatibile con le proprie capacità, ma se non accettata porterà al termine della percezione del reddito di cittadinanza. Un’altra novità sul Rdc è che a decorrere dal primo gennaio 2023 l’erogazione del reddito di cittadinanza ai giovani tra i 18 e i 29 anni sarà condizionata al completamento del percorso della scuola dell’obbligo. Novità in arrivo anche sull smartworking: fino al 31 marzo 2023 è prorogato anche il regime di smart working per i lavoratori fragili, sia nel settore pubblico che in quello privato. Esclusi i genitori di figli sotto i 14 anni.
PENSIONI: MINIME, RIVALUTAZIONE E OPZIONE DONNA. Pensioni minime rialzate a 600 euro nel 2023 per gli over 75. Viene rivista invece per due anni la rivalutazione automatica che sale dall’80 all’85% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo, mentre per gli assegni più alti ci sarà una riduzione della percentuale dello scaglione. Nel dettaglio, l’indicizzazione passa dal 55al 53% per le pensioni tra 5 e 6 volte il minimo, dal 50 al 47% tra 6 e 8 volte il minimo, da 40 a 37% da 8 a 10, da 35 a 32% negli assegni superiori a 10 volte il minimo. Opzione Donna: le lavoratrici potranno quindi andare in pensione anticipatamente a 60 anni soltanto nel caso in cui si tratti di caregiver, invalide almeno al 74% oppure licenziate o dipendenti di aziende con tavolo di crisi aperto.
CASA: SUPERBONUS, IVA E MUTUI. Esteso al 31 dicembre il termine per presentare la Cilas e poter fruire del superbonus al 110% sulle ristrutturazioni edilizie. La manovra introduce anche una detrazione dall’imposta lorda ai fini dell’Irpef del 50% dell’importo corrisposto per il pagamento dell’Iva in relazione all’acquisto entro il 31 dicembre 2023 di unità immobiliari a destinazione residenziale di classe energetica A o B. Sul versante dei mutui invece sarà possibile rinegoziare il mutuo passando dal tasso variabile al fisso per quelli fino 200mila euro con Isee non superiore a 35mila euro e senza ritardi nei pagamenti.
FAMIGLIA: CONGEDO PAPÀ E ASSEGNO UNICO. Il congedo parentale sale dal 30 all’80% e potranno beneficiarne anche i padri. Aumenta l’assegno familiare per i nuclei con quattro o più figli.
POVERTÀ: ARRIVA IL REDDITO ALIMENTARE. Al via la sperimentazione del ‘reddito alimentare’ per chi è in povertà assoluta: la manovra stanzia un fondo da 1,5 milioni nel 2023 e 2 milioni nel 2024 per distribuire pacchi alimentari con i prodotti invenduti.
CARO-ENERGIA: PROROGHE BONUS SOCIALE E SCONTI IMPRESE. La manovra destina la gran parte delle risorse (21 miliardi) alle misure contro il caro-bolletta, innanzitutto prorogando fino al 31 marzo le misure dei decreti Aiuti: il bonus sociale con lo sconto automatico per le utenze di gas e luce dei nuclei familiari con Isee fino a 15 mila euro annui; l’azzeramento degli oneri di sistema in bolletta; il rifinanziamento del credito d’imposta sulle bollette elettriche e alle utenze gas per le imprese salirà dal 30 al 35%, per le energivore e gasivore dal 40 al 45%. Passa inoltre dal 22% al 5% l’aliquota Iva per le fatture dei consumi nel primo trimestre del 2023 dei servizi di teleriscaldamento e dal 22% al 10% quella del pellet per tutto il 2023. La tassa sugli extraprofitti verrà applicata solamente solo alle società il cui 75% dei ricavi è generato da attività nei settori della produzione e rivendita di energia, gas e prodotti petroliferi. Il contributo è dovuto se almeno il 75% dei ricavi del periodo d’imposta antecedente a quello in corso al primo gennaio 2023 deriva dalle attività indicate.
POS E MINI-CARTELLE. Restano le sanzioni per i commercianti che non accettano pagamenti con il Pos per acquisti di cifre inferiori a 60 euro. È stato infatti soppresso il comma dell’articolo 69 che prevedeva lo stop alle multe. Sul fronte multe e tasse non ci sarà più la cancellazione automatica per le cartelle esattoriali dal 2000 al 2015 inferiori ai 1.000 euro: saranno cancellati solo gli interessi ma la decisione se stralciare o meno l’imposta e le sanzioni spetterà agli enti locali e sarebbe operativa dal 31 marzo 2023.
BONUS: CULTURA PER 18ENNI E PSICOLOGO. Per i 18enni arriva il nuovo bonus Cultura fino a 1.000 euro quale somma di 500 euro per chi ha un Isee familiare fino a 35mila euro e gli altri 500 euro nell’eventualità del voto di maturità pari a 100 su 100. Il bonus psicologo diventa permanente e sale da 600 a 1.500 euro, con tetto Isee a 50mila euro.
LE MICRO-NORME: DAL CINGHIALE AL PRINCIPATO MONACO. In manovra arriva una norma che autorizza la caccia ai cinghiali nei parchi urbani; ci sono poi 2 milioni in ristori per gli allevatori delle bufale colpite da brucellosi e tubercolosi, 8 milioni per la pesca e l’acquacoltura e 2 milioni per i vigneti colpiti dalla flavescenza dorata. Giù le tasse sui pensionati italiani che lavoravano nel Principato di Monaco: passa infatti dal 23% al 5% l’aliquota sul reddito e sull’assicurazione di vecchiaia. Arriva poi 1 milione al fondo per l’alfabetizzazione digitale dei minori, idem per il fondo di recupero della fauna selvatica.
Confcommercio in audizione: “Margini stretti, giusto concentrare le risorse sul contrasto al caro-energia”
“La conferma di una crescita congiunturale di mezzo punto percentuale, nel terzo trimestre dell’anno, è un risultato importante per l’economia italiana. Esso è rafforzato dall’aumento del numero di occupati ad ottobre, anche se preoccupano le difficoltà del lavoro autonomo. Sono performance che evidenziano il ruolo del terziario di mercato nel promuovere importanti accelerazioni del livello dell’attività produttiva diffuse a molti settori. Ma l’inflazione core, sebbene al di sotto della media europea, è ormai oltre il 6%. Gli impatti negativi sulla spesa delle famiglie – e quelli conseguenti sul PIL – sono certi. A causa di un peggiore profilo dei consumi, le nostre valutazioni per il 2023 sono però meno favorevoli di quelle della Nadef, con un PIL in crescita dello 0,3% a fronte dello 0,6% dei documenti ufficiali”. Così il segretario generale di Confcommercio-Imprese per l’Italia, Luigi Taranto, in audizione davanti alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sui contenuti del Ddl Bilancio per il prossimo anno.
“Come è noto – ha proseguito Taranto – i margini d’intervento della finanza pubblica sono stretti. Riteniamo, allora, corretta la concentrazione delle risorse mobilitabili sul versante del contrasto degli impatti del caro-energia. Sollecitiamo, comunque, ogni utile rafforzamento delle misure messe in campo. E ciò con particolare riferimento ai crediti d’imposta ‘energetici’ ed alla estensione della sterilizzazione degli oneri generali di sistema nel settore elettrico a tutte le utenze con potenza disponibile superiore ai 16,5 kW. Richiamiamo, inoltre, la necessità di prorogare, almeno per tutto il 2023, la data prevista per il superamento della maggior tutela di prezzo per le forniture di energia elettrica delle microimprese con potenza pari o inferiore ai 15 kW. Quanto al contributo di solidarietà temporaneo introdotto per il 2023 dall’articolo 28, evidenziamo che vengono assoggettate a tassazione anche le imprese che esercitano esclusivamente l’attività di distribuzione e commercio di prodotti petroliferi. Ma tali imprese operano all’interno della filiera della distribuzione di carburanti come meri price taker, non trovandosi, quindi, nella possibilità di influenzare il prezzo di mercato. Del resto, lo stesso Regolamento (UE) 2022/1854 ha tracciato un chiaro perimetro per individuare i soggetti interessati dalla misura solidaristica, escludendo chiaramente la catena intermedia di distribuzione e rivendita dei carburanti. L’articolo 28 va, dunque, conseguentemente rivisto.”
“Bene – ha proseguito Taranto – lo stanziamento di 200 milioni di euro in favore delle imprese di autotrasporto per mitigare gli effetti del caro gasolio impiegato in veicoli di categoria euro 5 o superiore. Ne andrebbe esplicitamente prevista la possibilità di fruizione da parte delle imprese attraverso lo strumento del credito d’imposta. Le tensioni sui mercati energetici stanno però colpendo duramente tutto il sistema dei trasporti. Interventi di sostegno andrebbero, dunque, disposti anche in favore del trasporto marittimo, del trasporto ferroviario e per il trasporto combinato via mare e via ferro. Da rafforzare anche le dotazioni per il Fondo unico nazionale per il turismo di parte corrente e per il settore della cultura. Gli impatti delle modifiche apportate alla disciplina del superbonus evidenziano, tra l’altro, la necessità di un intervento di proroga del termine del 25 novembre 2022 per l’effettuazione della CILA”.
“Lo scenario dell’attuale crisi energetica – ha osservato ancora il segretario Generale di Confcommercio – aggrava, comunque, i rischi di crisi d’impresa, nel nostro Paese, per i prossimi anni. In tale contesto, è, allora, necessario prorogare, anche per gli esercizi 2022 e 2023, le norme ‘emergenziali’ temporanee in materia di capitale sociale ed ammortamenti. Il fabbisogno di liquidità correlato agli abnormi rincari del prezzo dell’energia permane poi elevato. La dotazione per il Fondo di garanzia per le PMI andrebbe, allora, incrementata dagli attuali 800 milioni di euro ad un miliardo. Andrebbero inoltre potenziati – attraverso ulteriori interventi di garanzia pubblica – gli strumenti già esistenti in favore della ristrutturazione dei prestiti. Va poi ribadita la necessità di riattivare con urgenza la c.d. moratoria ex-lege dei debiti bancari. Tale intervento andrebbe negoziato anche a livello europeo”.
In materia di politiche per il lavoro, Taranto ha sottolineato “l’esigenza di più incisivi interventi di riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, tenendo particolarmente conto della maggiore onerosità dei nuovi ammortizzatori sociali per le imprese del terziario di mercato, e la necessità di confermare, per il 2023, le aliquote contributive ridotte, così come disciplinate per il 2022”, sollecitando anche misure di detassazione degli aumenti derivanti dalla contrattazione collettiva nazionale ed interventi strutturali per l’esenzione fiscale del welfare aziendale di derivazione contrattuale. Sempre in tema di welfare, Taranto ha poi rammentato la necessità, per il lavoro autonomo professionale, “di rendere strutturale l’ISCRO – indennità straordinaria di continuità reddituale ed operativa – prevedendo una riduzione dallo 0,51% allo 0,28% della contribuzione anche per il 2023”.
“Sul versante della sanità – ha concluso Taranto – occorre rivedere con urgenza l’attuale meccanismo del cosiddetto payback sulle forniture ospedaliere di dispositivi medici, a partire dall’articolo 18 del decreto Aiuti Bis. La previsione dell’obbligo per le imprese fornitrici di rimborsare alla Regioni fino al 50% delle spese per l’approvvigionamento effettuate in eccesso – per un valore che, per il solo primo quadriennio di attuazione 2015-2018, è superiore a 2 miliardi di euro – rischia di compromettere la tenuta di un settore composto da piccole e medie imprese, e l’intero sistema delle forniture ospedaliere”.
I commenti e le proposte delle Associazioni
Di seguito le posizioni delle Associazioni di categoria aderenti a Confcommercio sulla bozza della legge di bilancio.
18app, Ali, “carta giovani e bonus merito passo avanti, ma rimangono criticità”
”Prendiamo atto della decisione di governo e maggioranza di sostituire la 18app con una carta dedicata ai giovani le cui famiglie hanno un Isee inferiore ai 35mila euro, affiancandola a un secondo bonus per chi si diploma con il massimo dei voti. Rispetto alla cancellazione della misura e all’utilizzo delle risorse per altri scopi è un passo in avanti raggiunto anche grazie al nostro intervento, ma rimangono comunque forti criticità”. Così il presidente dell’Associazione librai italiani, Paolo Ambrosini, e quello presidente dell’Associazione italiana editori, Ricardo Franco Levi.
”Chiediamo al governo che le nuove misure entrino in vigore celermente e con modi di attuazione il più semplici possibile. Infatti non solo il tetto Isee riduce in maniera significativa la platea di beneficiari, ma la complicazione delle procedure di accesso può scoraggiare anche chi ne ha diritto a richiedere il bonus. Gli ultimi dati ci dicono che a novembre, per effetto della congiuntura economica, gli acquisti di libri in librerie fisiche, online e supermercati sono calati dell’8%. Valuteremo come evolverà la situazione nei prossimi mesi e chiediamo al governo di fornire agli operatori dati settimanali sull’effettivo utilizzo delle nuove carte. La vecchia 18app pesava sulle vendite per circa il 10%”, hanno continuato i due presidenti.
”La scelta di trasformare una misura universalistica, perché la cultura è per tutti come lo è la scuola pubblica, in una misura di sostegno alle famiglie meno benestanti, con l’aggiunta di un bonus premiale per chi si diploma con il massimo dei voti, ci ha visto contrari perché esclude molti giovani che da questa carta avrebbero potuto trarne molti benefici. Prendiamo però atto – concludono Levi e Ambrosini – che è questa la decisione presa e siamo disponibili a discutere di nuovi strumenti per la promozione della lettura in Italia. Il governo si è detto disponibile a un confronto con il mondo del libro sulla nuova legge di sistema: siamo pronti a sederci al tavolo – e siamo sicuri di poter parlare a nome di tutto il mondo del libro che fino ad ora si è mosso unito e insieme – e ci auguriamo che questa sia l’occasione per una forte collaborazione tra pubblico e privato a sostegno di tutto il settore librario, prima industria culturale del Paese”.
Quanto infine ai tempi di attuazione della novità, slittata al 2024, Ambrosini ha sottolineato: “la soluzione maturata in queste ore va nel segno di quanto da noi auspicato sin dalle prime ore consentendo un passaggio più graduale ai nuovi criteri che la maggioranza ha voluto scegliere e ci rasserena nell’affrontare un 2023 che si preannuncia difficile per le conseguenze del caro materie prime e per la guerra. Ringraziamo il ministro e tutte le forze di maggioranza per aver compreso le nostre preoccupazioni e confermiamo la nostra piena disponibilità a collaborare per risolvere i nodi della diffusione della lettura nel Paese”.
Impresa Cultura Italia: “su 18app pronti a offrire il nostro contributo”
Impresa Cultura Italia condivide l’appello di Ali e Aie per un confronto rapido con le istituzioni sulla nuova impostazione della Carta cultura app18. “Non ci convince – ha dichiarato il presidente Carlo Fontana – la scelta di ridurre la platea dei beneficiari attraverso una selezione ISEE, soprattutto perché l’obiettivo del bonus cultura riconosciuto ai giovani attraverso la App18 era differente: non uno strumento di sostegno economico a fasce disagiate della popolazione, bensì uno strumento per avvicinare tutti i giovani alla ricchezza e al valore della cultura. Così come rivisitato, tale obiettivo risulta fortemente depotenziato”. In conclusione, Impresa Cultura Italia ha ribadito di essere pronta “per offrire il nostro contributo di esperienza per non rendere vana una opportunità da risorse pubbliche”.
Bonus mobili, Federmobili: “risultato ottenuto anche grazie al lavoro di squadra delle associazioni della filiera”
“Un ottimo risultato quello ottenuto, frutto anche del lavoro di squadra delle associazioni della filiera, con Confcommercio in primissima linea. Il nostro obiettivo è ora ottenere pari contributo per il 2024 e, già dai primi mesi del nuovo anno, ci adopereremo in tal senso”. Così il presidente Federmobili, Stefano Calzavara, commenta l’innalzamento dai 5mila euro inizialmente previsti agli 8mila euro approvati dalla commissione Bilancio della Camera del “bonus mobili” previsto per il 2023, mentre nel 2024 sarà di 5mila euro.
Raddoppia la tassa di soggiorno, “panettone amaro per l’economia del turismo”
“Maggioranza e opposizione si uniscono per sbloccare l’aumento delle tasse sui turisti”. Lo denuncia Federalberghi, commentando l’approvazione dell’emendamento che facilita, dal primo gennaio 2023, il raddoppio del valore massimo dell’imposta di soggiorno, da 5 euro a 10 euro a notte per persona. La misura interessa i capoluoghi di provincia in cui la media delle presenze turistiche nei tre anni precedenti sia stata di venti volte superiore al numero dei residenti.
“È un pessimo regalo di Natale – dice la Federazione – per le imprese e i lavoratori del turismo delle destinazioni interessate, che con grande fatica si stanno risollevando dal baratro in cui erano sprofondate durante la pandemia e sono tuttora alle prese con la stangata del caro energia”.
Giù la tasse sulle mance, giudizio positivo di Fipe
“Nella legge di bilancio abbiamo ridotto la tassazione sulle mance al 5%, un piccolo segnale di attenzione per far capire che il rapporto Stato-lavoratore e Stato-impresa è un rapporto di collaborazione, non vessatorio”. Così il ministro del Turismo, Daniela Santanché, alla quale Fipe replica esprimendo “un giudizio positivo”. “Il Contratto Collettivo di Lavoro sottoscritto da Fipe vieta le mance perché considerate un aggravio in termini di contribuzione per il datore di lavoro”, spiega il presidente Lino Stoppani. Ora, la riduzione del carico fiscale con una norma che “prevede una tassa del 5% fino al 25% della retribuzione lorda del dipendente va nella giusta direzione – conclude – anche dal punto di vista della finalità di far emergere il sommerso e favorire il gettito dello Stato”.
Assopetroli: “la rimodulazione degli extraprofitti è iniqua”
La legge di bilancio, così come riformulata dal maxiemendamento del Governo, manca di selettività nell’individuare i soggetti passivi della tassa sugli extraprofitti. A rilevarlo è Assopetroli-Assoenergia, che sottolinea come “al di là del condiviso intento solidaristico l’attuale formulazione dell’articolo 28 avrà ripercussioni ingiuste e sproporzionate sulle pmi della distribuzione intermedia”. La modifica introdotta dal Governo, infatti, non esclude il settore della distribuzione, composto da piccole e medie imprese già da tempo in crisi di liquidità.
“Sorprende e amareggia – dice il presidente Andrea Rossetti – che ogni rilievo critico anche di Confcommercio sia rimasto inascoltato”. Chi opera nella distribuzione come price taker, non può tecnicamente manovrare i prezzi al consumo e non è in condizione di poter beneficiare del caro benzina registratosi da febbraio ad oggi. Per l’Associazione è poi “fuorviante” anche il benchmark individuato: un incremento dell’utile superiore al 10% rispetto al quadriennio orribile 2018/2021 “non dimostra la sussistenza di extraprofitti. La crisi pandemica e i ripetuti lockdown hanno infatti falcidiato i bilanci di queste imprese”.
“L’agognata ripresa nel 2022 non è che il fisiologico ritorno alla semi-normalità. Ciononostante, ci vediamo ingiustamente accomunati alle big corporation dell’oil&gas, delle rinnovabili e degli altri settori indicati, essi sì, in molti casi miracolati dal caro energia. È incomprensibile quanto sta avvenendo. Incomprensibile che, derogando al perimetro chiaro del Regolamento Ue, il Governo abbia voluto includere queste pmi nella base imponibile, con una sovrattassa pesante, per di più non deducibile”, conclude Rossetti.
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