22 Dic MANOVRA AL RUSH FINALE, “SALTATA” LA NORMA SUI POS
Cancellata la disciplina che escludeva sanzioni in caso di rifiuto di ricevere pagamenti con il pos sotto i 60 euro: Confcommercio: “subito un tavolo di confronto e credito d’imposta rafforzato”.
Dalla manovra esce la norma che escludeva sanzioni in caso di rifiuto di ricevere pagamenti con il pos sotto i 60 euro: “è un obiettivo del Pnrr e quindi lo stiamo trattando con la commissione europea”, ha detto la premier Giorgia Meloni. Per raggiungere l’obiettivo di tagliare i costi di utilizzo del pos nelle transazioni fino a 30 euro per gli esercizi con fatturato fino a 400mila euro sarà istituito un “tavolo” tra banche ed imprese. La norma stabilisce che nel caso non si arrivi ad un intesa scatti un contributo straordinario a carico delle banche pari al 50% degli utili (al netto delle tasse) derivanti dalle commissioni e da altri proventi legati alle transazioni fino a 30 euro.
Altra novità è la proroga del bonus mobili (per l’acquisto di mobili ma anche grandi elettrodomestici green in caso di interventi di ristrutturazione della casa) a 8mila euro anziché ai 5mila inizialmente previsti, riducendo quindi il taglio rispetto ai 10mila euro di quest’anno. Proroga anche, fino al 30 giugno 2023, per la la deroga per l’occupazione di suolo pubblico per dehors e tavolini per il settore della ristorazione.
Cambia anche il bonus ‘cultura’ dedicato ai 18enni e pensato per sostenere la loro formazione culturale, che sarà sostituito da una Carta Cultura e da una Carta Merito, entrambe di 500 euro, separate ma cumulabili per un totale di mille euro. Se la 18App era a disposizione di tutti i diciottenni le due nuove carte prevedono delle regole: la prima è legata al reddito, e quindi oltre l’età si deve avere un Isee di massimo 35 mila euro. La seconda la ottiene chiunque prenda il massimo dei voti, 100, all’esame di maturità ma se lo studente ha anche Isee a 35mila euro il sussidio raddoppia raggiungendo i mille euro.
Sul fronte dei tempi, dopo il via libera della Commissione Bilancio della Camera, il testo approda stamattina nell’Aula di Montecitorio e per venerdì 23 dicembre è atteso il voto di fiducia. Il testo dovrebbe poi con ogni probabilmente essere approvato in via definitiva il 27 dicembre al Senato.
Tutte le novità approvate in Commissione
SMART WORKING. Per i lavoratori fragili il lavoro agile, sia nel pubblico che nel privato, è prorogato fino al 31 marzo.
BONUS PSICOLOGO. Diventa permanente e sale da 600 a 1.500 euro, con tetto Isee a 50.000 euro.
PRECARI SANITÀ. Prorogati fino al 31 dicembre 2024 i termini per la stabilizzazione del personale sanitario assunto durante il Covid.
P.A. e PENSIONATI. Resta il divieto per la Pubblica amministrazione di conferire incarichi remunerati di qualunque tipo ai pensionati.
MANAGER BANCHE SALVATE. Arriva il tetto di 240mila euro annui per gli stipendi per i manager delle banche salvate con l’intervento dello Stato.
PROROGA DEHORS. Tavolini all’aperto e dehors liberi per altri sei mesi, fino al 30 giugno 2023.
REDDITO ALIMENTARE. Parte la sperimentazione del ‘reddito alimentare’ per chi è in povertà assoluta. Con un fondo da 1,5 milioni nel 2023 e 2 milioni nel 2024 saranno distribuiti pacchi realizzati con i prodotti invenduti.
BONUS MOBILI. È prorogata la detrazione del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici green in caso di interventi di ristrutturazione. Il tetto viene portato a 8.000 euro (dai 5mila inizialmente previsti), dai 10.000 di quest’anno.
POS e RISTORI AGLI ESERCENTI. Salta il tetto di 60 euro entro il quale i commercianti avrebbero potuto rifiutare transazioni col pos senza incorrere in sanzioni. Per ‘mitigare’ i costi delle commissioni a carico gli esercenti più piccoli viene istituito un tavolo permanente e, in caso di mancata soluzione, scatta un “contributo straordinario” per contenere l’incidenza dei costi.
MUTUI E CASE GREEN. Torna la possibilità di rinegoziare il mutuo passando dal tasso variabile al tasso fisso, ma solo su mutui fino a 200mila euro, con Isee non superiore a 35mila euro e senza ritardi nei pagamenti. Arriva anche lo sconto fiscale del 50% sull’Iva per l’acquisto di abitazioni in classe energetica A e B dalle imprese costruttrici.
APP18 SI SDOPPIA. Il bonus per i 18enni è sostituito da due nuovi strumenti: la ‘Carta della cultura Giovani’, assegnata se si appartiene ad un nucleo con Isee fino a 35mila euro; e la ‘Carta del merito’ a chi si è diplomato con 100 centesimi. Valgono 500 euro ciascuna e sono cumulabili.
VOUCHER PER I NIGHT. I voucher per le attività lavorative occasionali sono estesi anche a discoteche, sale da ballo night-club e strutture simili.
SLITTA LO STRALCIO. Slitta di due mesi, dal 31 gennaio al 31 marzo, lo stralcio automatico delle cartelle fino a mille euro relative al periodo 2000-2015. Escluse dalla cancellazione automatica le sanzioni amministrative, comprese le multe. I Comuni possono decidere di non applicare la norma.
‘SALVA-SPORT’. Le federazioni sportive nazionali, enti di promozione sportiva, associazioni, società professionistiche e dilettantistiche potranno pagare in 60 rate, con la maggiorazione del 3%, i versamenti sospesi per il Covid in scadenza il 23 dicembre.
INTERCETTAZIONI. Nuove regole per le intercettazioni degli 007: saranno a tempo, per 40 giorni prorogabili di 20 in 20; i dati acquisiti verranno distrutti entro sei mesi ed il procuratore generale della Corte d’Appello di Roma potrà autorizzarne la conservazione per 24 mesi al massimo.
SUPERBONUS. Per i condomini arriva la proroga fino al 31 dicembre 2022 dei termini per presentare la Cila per poter beneficiare del superbonus al 110%, purché le delibere assembleari siano state approvate entro il 18 novembre.
CONGEDI E ASSEGNO UNICO. Il congedo parentale sale dal 30 all’80% e potrà essere usato anche dai papà: può essere usato “in alternativa tra i genitori per la durata massima di un mese fino al sesto anno di vita del bambino”. Aumenta l’assegno familiare per i nuclei con quattro o più figli.
EXTRAPROFITTI. La tassa sugli extraprofitti, con un aliquota al 50% sul reddito 2022 che eccede per almeno il 10% la media del 2018-21, sarà applicata alle società con almeno il 75% dei ricavi derivanti dall’energia.
PENSIONI. Cambia la rivalutazione automatica degli assegni, con un aumento dall’80 all’85% dell’indicizzazione per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (circa 2.000-2.500 euro), e una riduzione degli scaglioni per le pensioni più alte. Opzione donna sale a 60 anni (riducibili di un anno per figlio fino ad un massimo di due) e per tre sole categorie di donne svantaggiate. Le pensioni minime salgono a 600 euro per gli over75 solo per il 2023.
IMPOSTA DI SOGGIORNO A 10 EURO. Per i Comuni ad alta vocazione turistica (presenze venti volte superiori ai residenti) diventa più semplice alzare la tassa. Non servirà un decreto ministeriale e si ‘salterà’ come riferimento l’anno del Covid.
Confcommercio sul Pos: “subito un tavolo di confronto”
Sulla questione legata ai pagamenti tramite Pos, sono due le richieste che la Confederazione ha lanciato al Governo: un tavolo di confronto sulla modernizzazione del sistema dei pagamenti e il potenziamento del credito di imposta del 30% a valere sul monte commissioni pagato dagli esercenti. “Credito d’imposta – ha aggiunto Confcommercio – che dovrebbe essere reso agibile anche da parte di esercenti con ricavi e compensi superiori ai 400mila euro annui”.
Settore elettrico, “estendere l’azzeramento degli oneri di sistema”
L’azzeramento degli oneri generali di sistema nel settore elettrico per il primo trimestre 2023, dettato dall’articolo 3 del disegno di legge di bilancio per il 2023, è limitato alle sole utenze con potenza disponibile fino a 16,5 kilowatt. Pur evidenziando che il testo “è caratterizzato da una giusta concentrazione delle risorse mobilitabili sul versante delle misure di contrasto degli impatti del caro-energia”, Confcommercio chiede dunque un correttivo sottolineando che “l’esclusione delle utenze con potenza disponibile superiore comporta che gran parte del sistema produttivo del Paese non potrà far conto sul beneficio dell’azzeramento di oneri che rappresentano circa il 25% del totale dei costi della bolletta elettrica. E ciò nel contesto di uno scenario in cui, ad esempio, le nostre rilevazioni mostrano come tutte le categorie delle imprese del terziario di mercato abbiano subito, nell’ultimo trimestre, un incremento medio del costo delle forniture di energia elettrica ricompreso tra il 65% e oltre il 70%. Nel confronto con il mese di novembre dello scorso anno, il costo della bolletta elettrica ha poi raggiunto incrementi talvolta maggiori anche del 200%”.
Confcommercio in audizione: “Margini stretti, giusto concentrare le risorse sul contrasto al caro-energia”
Nelle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato proseguono le audizioni sui contenuti del Ddl Bilancio per il prossimo anno. Per il segretario generale di Confcommercio-Imprese per l’Italia, Luigi Taranto, “la conferma di una crescita congiunturale di mezzo punto percentuale, nel terzo trimestre dell’anno, è un risultato importante per l’economia italiana. Esso è rafforzato dall’aumento del numero di occupati ad ottobre, anche se preoccupano le difficoltà del lavoro autonomo. Sono performance che evidenziano il ruolo del terziario di mercato nel promuovere importanti accelerazioni del livello dell’attività produttiva diffuse a molti settori. Ma l’inflazione core, sebbene al di sotto della media europea, è ormai oltre il 6%. Gli impatti negativi sulla spesa delle famiglie – e quelli conseguenti sul PIL – sono certi. A causa di un peggiore profilo dei consumi, le nostre valutazioni per il 2023 sono però meno favorevoli di quelle della Nadef, con un PIL in crescita dello 0,3% a fronte dello 0,6% dei documenti ufficiali”.
“Come è noto – ha proseguito Taranto – i margini d’intervento della finanza pubblica sono stretti. Riteniamo, allora, corretta la concentrazione delle risorse mobilitabili sul versante del contrasto degli impatti del caro-energia. Sollecitiamo, comunque, ogni utile rafforzamento delle misure messe in campo. E ciò con particolare riferimento ai crediti d’imposta ‘energetici’ ed alla estensione della sterilizzazione degli oneri generali di sistema nel settore elettrico a tutte le utenze con potenza disponibile superiore ai 16,5 kW. Richiamiamo, inoltre, la necessità di prorogare, almeno per tutto il 2023, la data prevista per il superamento della maggior tutela di prezzo per le forniture di energia elettrica delle microimprese con potenza pari o inferiore ai 15 kW. Quanto al contributo di solidarietà temporaneo introdotto per il 2023 dall’articolo 28, evidenziamo che vengono assoggettate a tassazione anche le imprese che esercitano esclusivamente l’attività di distribuzione e commercio di prodotti petroliferi. Ma tali imprese operano all’interno della filiera della distribuzione di carburanti come meri price taker, non trovandosi, quindi, nella possibilità di influenzare il prezzo di mercato. Del resto, lo stesso Regolamento (UE) 2022/1854 ha tracciato un chiaro perimetro per individuare i soggetti interessati dalla misura solidaristica, escludendo chiaramente la catena intermedia di distribuzione e rivendita dei carburanti. L’articolo 28 va, dunque, conseguentemente rivisto.”
“Bene – ha proseguito Taranto – lo stanziamento di 200 milioni di euro in favore delle imprese di autotrasporto per mitigare gli effetti del caro gasolio impiegato in veicoli di categoria euro 5 o superiore. Ne andrebbe esplicitamente prevista la possibilità di fruizione da parte delle imprese attraverso lo strumento del credito d’imposta. Le tensioni sui mercati energetici stanno però colpendo duramente tutto il sistema dei trasporti. Interventi di sostegno andrebbero, dunque, disposti anche in favore del trasporto marittimo, del trasporto ferroviario e per il trasporto combinato via mare e via ferro. Da rafforzare anche le dotazioni per il Fondo unico nazionale per il turismo di parte corrente e per il settore della cultura. Gli impatti delle modifiche apportate alla disciplina del superbonus evidenziano, tra l’altro, la necessità di un intervento di proroga del termine del 25 novembre 2022 per l’effettuazione della CILA”.
“Lo scenario dell’attuale crisi energetica – ha osservato ancora il segretario Generale di Confcommercio – aggrava, comunque, i rischi di crisi d’impresa, nel nostro Paese, per i prossimi anni. In tale contesto, è, allora, necessario prorogare, anche per gli esercizi 2022 e 2023, le norme ‘emergenziali’ temporanee in materia di capitale sociale ed ammortamenti. Il fabbisogno di liquidità correlato agli abnormi rincari del prezzo dell’energia permane poi elevato. La dotazione per il Fondo di garanzia per le PMI andrebbe, allora, incrementata dagli attuali 800 milioni di euro ad un miliardo. Andrebbero inoltre potenziati – attraverso ulteriori interventi di garanzia pubblica – gli strumenti già esistenti in favore della ristrutturazione dei prestiti. Va poi ribadita la necessità di riattivare con urgenza la c.d. moratoria ex-lege dei debiti bancari. Tale intervento andrebbe negoziato anche a livello europeo”.
In materia di politiche per il lavoro, Taranto ha sottolineato “l’esigenza di più incisivi interventi di riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, tenendo particolarmente conto della maggiore onerosità dei nuovi ammortizzatori sociali per le imprese del terziario di mercato, e la necessità di confermare, per il 2023, le aliquote contributive ridotte, così come disciplinate per il 2022”, sollecitando anche misure di detassazione degli aumenti derivanti dalla contrattazione collettiva nazionale ed interventi strutturali per l’esenzione fiscale del welfare aziendale di derivazione contrattuale. Sempre in tema di welfare, Taranto ha poi rammentato la necessità, per il lavoro autonomo professionale, “di rendere strutturale l’ISCRO – indennità straordinaria di continuità reddituale ed operativa – prevedendo una riduzione dallo 0,51% allo 0,28% della contribuzione anche per il 2023”.
“Sul versante della sanità – ha concluso Taranto – occorre rivedere con urgenza l’attuale meccanismo del cosiddetto payback sulle forniture ospedaliere di dispositivi medici, a partire dall’articolo 18 del decreto Aiuti Bis. La previsione dell’obbligo per le imprese fornitrici di rimborsare alla Regioni fino al 50% delle spese per l’approvvigionamento effettuate in eccesso – per un valore che, per il solo primo quadriennio di attuazione 2015-2018, è superiore a 2 miliardi di euro – rischia di compromettere la tenuta di un settore composto da piccole e medie imprese, e l’intero sistema delle forniture ospedaliere”.
Per la Ue “manovra nel complesso in linea con le raccomandazioni”, ma bocciatura per tetto al contante, Pos e condono fiscale
Un progetto di bilancio “in linea con gli orientamenti di bilancio contenuti nella raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 2022″. Così la Commissione Europea nell’opinione sulla manovra italiana presentata a Bruxelles, in cui sottolinea come “plausibili” le ipotesi macroeconomiche “sia nel 2022 che nel 2023”. La valutazione della Commissione sull’impatto di bilancio delle misure di politica fiscale è dunque “sostanzialmente in linea con quella del governo”.
Nel contempo dalla Ue arriva però una bocciatura su tetto al contante, Pos e condono fiscale. “Le misure incluse nel documento programmatico di bilancio che non sono in linea con le raccomandazioni specifiche per Paese – si legge infatti nell’opinione – riguardano in particolare: una disposizione che aumenta il massimale per le operazioni in contanti dagli attuali 2.000 euro a 5.000 euro nel 2023; una misura equiparata al condono fiscale che consente la cancellazione di debiti tributari pregressi relativi al periodo 2000-2015 e non superiori a 1.000 euro; la possibilità di rifiutare pagamenti elettronici inferiori a 60 euro senza e il rinnovo, con criteri di età più stringenti, nel 2023 dei piani di prepensionamento scaduti a fine 2022″.
I contenuti della manovra
Contiene misure per quasi 35 miliardi di euro il primo documento di programmazione pluriennale, 2023-2025, varato dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. È una manovra per due terzi consacrata al contrasto al caro energia e che prova a fare i conti con la difficile congiuntura economica internazionale. Per reperire risorse, tra i punti del documento spicca l’avvio del percorso di “abolizione del reddito” di cittadinanza, nella forma attuale, con la riduzione a 8 mesi per il 2023 invece degli attuali 18 rinnovabili e la previsione di una riforma dal 2024. Nello stesso senso va l’innalzamento al 35% della tassazione sugli extraprofitti e la riduzione dello sconto sulle accise per il carburante a partire dal primo dicembre prossimo (dal primo dicembre prossimo lo sconto su benzina e gasolio passa da 0.25 centesimi per litro a 0.15, e per il gpl da 0.085 per kg a 0.051). La riduzione degli sconti non avrà effetto sugli autotrasportatori che possono contare su altri regimi agevolati. Da notare che dal primo gennaio 2023 la soglia per l’uso del contante salirà da 1.000 a 5.000 euro: la misura, contenuta in un primo tempo nel decreto “Aiuti quater”, è infatti riapparsa nel testo della manovra.
La premier Giorgia Meloni l’ha definita “una manovra importante e coraggiosa a sostegno dei cittadini, con particolare attenzione ai redditi bassi e alle categorie in difficoltà”, mentre il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato l’approccio “prudente e realista” che tiene conto della situazione economica internazionale in un’ottica “sostenibile per la finanza pubblica”, con gran parte delle risorse per interventi a sostegno di famiglie e imprese “per contrastare il caro energia e l’aumento dell’inflazione”.
Con il resto delle risorse l’esecutivo avvia alcuni provvedimenti. Tra questi c’è il taglio del cuneo fiscale, che vale 4.185 miliardi, tutto a beneficio dei lavoratori, fino al 3% per i dipendenti con redditi fino a 20mila euro e del 2% per quelli fino a 35mila euro. Poi la riduzione dell’Iva dal 10 al 5% per i prodotti per l’infanzia e l’igiene intima femminile (tampon tax). E ancora: aumento dell’assegno unico per le famiglie, agevolazioni per le assunzioni a tempo indeterminato per le donne under 36 e per percettori di reddito di cittadinanza, proroga delle agevolazioni per l’acquisto prima casa per i giovani, la flat tax incrementale. In materia fiscale ci sono l’estensione della flat tax fino a 85mila euro per lavoratori autonomi e partite Iva, quella incrementale, la detassazione ai premi dei dipendenti e un intervento di “tregua fiscale” con stralcio delle cartelle fino al 2015 per un importo massimo di mille euro.
Sul fronte delle pensioni, oltre alla conferma di opzione donna rivisitata e Ape sociale, arriva una indicizzazione al 120%, con le minime che salgono dagli attuali 523 euro a quasi 600. In attesa di un riordino del sistema previdenziale, viene introdotto per il 2023 un nuovo schema di anticipo pensionistico a quota 103 che permette di uscire dal lavoro con 41 anni di contributi e 62 anni di età e prevede bonus per chi invece decide di restare a lavoro.
Le risorse destinate alla lotta contro il caro energia per i primi tre mesi del 2023 ammontano a oltre 21 miliardi di euro, con l’eliminazione degli oneri impropri delle bollette, il rifinanziamento fino al 30 marzo 2023 del credito d’imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, che per bar, ristoranti ed esercizi commerciali salirà dal 30% al 35%, mentre per le imprese energivore e gasivore dal 40% al 45%. Per la sanità vengono stanziati 1,4 miliardi per il 2022 e 500 milioni per il 2023 mentre per gli enti locali, compreso il trasporto pubblico locale, ci sono circa 3.1 miliardi.
Per contrastare la corsa dell’inflazione e la riduzione del potere di acquisto viene istituito un fondo di 500 milioni destinato alla realizzazione di una “Carta Risparmio Spesa” destinata all’acquisto di beni di prima necessità e riservata per redditi bassi fino a 15mila euro, gestita dai Comuni . È una sorta di “buono spesa” da utilizzare presso i punti vendita che aderiscono all’iniziativa con un’ulteriore proposta di sconto su un paniere di prodotti alimentari. Previsto anche un assegno unico per le famiglie con 3 o più figli (finanziato con 610 milioni).
Per riavviare il progetto di realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, la manovra prevede infine la riattivazione della società Stretto di Messina spa, in liquidazione dal 2013.
Confcommercio: “margini stretti, giusta la concentrazione delle risorse per il contrasto al caro energia”
“Giusta la concentrazione delle risorse sul versante del contrasto del caro energia, in particolare attraverso il potenziamento dei crediti d’imposta finalizzati a mitigarne l’impatto sulle imprese. Positiva la conferma del gasolio commerciale, indispensabile per la competitività dell’autotrasporto nazionale. Da rivedere, invece, la riduzione delle agevolazioni per le accise sui carburanti. Bene l’alleggerimento del prelievo fiscale sul lavoro autonomo. Ma occorrerà fare di più per la riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, tenendo conto, in particolare, della maggiore onerosità dei nuovi ammortizzatori sociali per le imprese del terziario di mercato”: questo il commento di Confcommercio alla manovra approvata dal Consiglio dei Ministri.
“Bene anche – prosegue la Confederazione – l’impulso fiscale ai premi di produttività, ma la stessa linea d’intervento andrà messa in campo per una più generale detassazione degli aumenti contrattuali e per il welfare aziendale. Andranno, inoltre, rafforzate le misure di sostegno agli investimenti delle imprese, a partire da quelli funzionali ai processi di transizione digitale ed ambientale, e le misure di settore per il turismo e la cultura. E andranno anche sostenute moratorie creditizie e ristrutturazioni dei prestiti bancari. Necessaria, ancora, la riproposizione, per il 2022 e per il 2023, delle misure emergenziali, varate nel periodo pandemico, in materia di ammortamenti e capitale sociale. Andrà poi risolta la questione del payback sui dispositivi medici, che mette a rischio il sistema della fornitura ospedaliera”.
I commenti e le proposte delle Associazioni
Di seguito le posizioni delle Associazioni di categoria aderenti a Confcommercio sulla bozza della legge di bilancio. Il voto definitivo è previsto per il 23 dicembre prossimo.
18app, Ali, “carta giovani e bonus merito passo avanti, ma rimangono criticità”
”Prendiamo atto della decisione di governo e maggioranza di sostituire la 18app con una carta dedicata ai giovani le cui famiglie hanno un Isee inferiore ai 35mila euro, affiancandola a un secondo bonus per chi si diploma con il massimo dei voti. Rispetto alla cancellazione della misura e all’utilizzo delle risorse per altri scopi è un passo in avanti raggiunto anche grazie al nostro intervento, ma rimangono comunque forti criticità”. Così il presidente dell’Associazione librai italiani, Paolo Ambrosini, e quello presidente dell’Associazione italiana editori, Ricardo Franco Levi.
”Chiediamo al governo che le nuove misure entrino in vigore celermente e con modi di attuazione il più semplici possibile. Infatti non solo il tetto Isee riduce in maniera significativa la platea di beneficiari, ma la complicazione delle procedure di accesso può scoraggiare anche chi ne ha diritto a richiedere il bonus. Gli ultimi dati ci dicono che a novembre, per effetto della congiuntura economica, gli acquisti di libri in librerie fisiche, online e supermercati sono calati dell’8%. Valuteremo come evolverà la situazione nei prossimi mesi e chiediamo al governo di fornire agli operatori dati settimanali sull’effettivo utilizzo delle nuove carte. La vecchia 18app pesava sulle vendite per circa il 10%”, hanno continuato i due presidenti.
”La scelta di trasformare una misura universalistica, perché la cultura è per tutti come lo è la scuola pubblica, in una misura di sostegno alle famiglie meno benestanti, con l’aggiunta di un bonus premiale per chi si diploma con il massimo dei voti, ci ha visto contrari perché esclude molti giovani che da questa carta avrebbero potuto trarne molti benefici. Prendiamo però atto – concludono Levi e Ambrosini – che è questa la decisione presa e siamo disponibili a discutere di nuovi strumenti per la promozione della lettura in Italia. Il governo si è detto disponibile a un confronto con il mondo del libro sulla nuova legge di sistema: siamo pronti a sederci al tavolo – e siamo sicuri di poter parlare a nome di tutto il mondo del libro che fino ad ora si è mosso unito e insieme – e ci auguriamo che questa sia l’occasione per una forte collaborazione tra pubblico e privato a sostegno di tutto il settore librario, prima industria culturale del Paese”.
Bonus mobili, Federmobili: “risultato ottenuto anche grazie al lavoro di squadra delle associazioni della filiera”
“Un ottimo risultato quello ottenuto, frutto anche del lavoro di squadra delle associazioni della filiera, con Confcommercio in primissima linea. Il nostro obiettivo è ora ottenere pari contributo per il 2024 e, già dai primi mesi del nuovo anno, ci adopereremo in tal senso”. Così il presidente Federmobili, Stefano Calzavara, commenta l’innalzamento dai 5mila euro inizialmente previsti agli 8mila euro approvati dalla commissione Bilancio della Camera del “bonus mobili” previsto per il 2023, mentre nel 2024 sarà di 5mila euro.
Impresa Cultura Italia: “su 18app pronti a offrire il nostro contributo”
Anche Impresa Cultura Italia condivide l’appello di Ali e Aie per un confronto rapido con le Istituzioni sulla nuova impostazione della Carta cultura app18. “Non ci convince – ha dichiarato il presidente Carlo Fontana – la scelta di ridurre la platea dei beneficiari attraverso una selezione ISEE, soprattutto perché l’obiettivo del bonus cultura riconosciuto ai giovani attraverso la App18 era differente: non uno strumento di sostegno economico a fasce disagiate della popolazione, bensì uno strumento per avvicinare tutti i giovani alla ricchezza e al valore della cultura. Così come rivisitato, tale obiettivo risulta fortemente depotenziato”.
In conclusione, Impresa Cultura Italia ha ribadito di essere pronta “per offrire il nostro contributo di esperienza per non rendere vana una opportunità da risorse pubbliche”.
Raddoppia la tassa di soggiorno, “panettone amaro per l’economia del turismo”
“Maggioranza e opposizione si uniscono per sbloccare l’aumento delle tasse sui turisti”. Lo denuncia Federalberghi, commentando l’approvazione dell’emendamento che facilita, dal primo gennaio 2023, il raddoppio del valore massimo dell’imposta di soggiorno, da 5 euro a 10 euro a notte per persona. La misura interessa i capoluoghi di provincia in cui la media delle presenze turistiche nei tre anni precedenti sia stata di venti volte superiore al numero dei residenti.
“È un pessimo regalo di Natale – dice la Federazione – per le imprese e i lavoratori del turismo delle destinazioni interessate, che con grande fatica si stanno risollevando dal baratro in cui erano sprofondate durante la pandemia e sono tuttora alle prese con la stangata del caro energia”.
Giù la tasse sulle mance, giudizio positivo di Fipe
“Nella legge di bilancio abbiamo ridotto la tassazione sulle mance al 5%, un piccolo segnale di attenzione per far capire che il rapporto Stato-lavoratore e Stato-impresa è un rapporto di collaborazione, non vessatorio”. Così il ministro del Turismo, Daniela Santanché, alla quale Fipe replica esprimendo “un giudizio positivo”. “Il Contratto Collettivo di Lavoro sottoscritto da Fipe vieta le mance perché considerate un aggravio in termini di contribuzione per il datore di lavoro”, spiega il presidente Lino Stoppani. Ora, la riduzione del carico fiscale con una norma che “prevede una tassa del 5% fino al 25% della retribuzione lorda del dipendente va nella giusta direzione – conclude – anche dal punto di vista della finalità di far emergere il sommerso e favorire il gettito dello Stato”.
Assopetroli: “la rimodulazione degli extraprofitti è iniqua”
La legge di bilancio, così come riformulata dal maxiemendamento del Governo, manca di selettività nell’individuare i soggetti passivi della tassa sugli extraprofitti. A rilevarlo è Assopetroli-Assoenergia, che sottolinea come “al di là del condiviso intento solidaristico l’attuale formulazione dell’articolo 28 avrà ripercussioni ingiuste e sproporzionate sulle pmi della distribuzione intermedia”. La modifica introdotta dal Governo, infatti, non esclude il settore della distribuzione, composto da piccole e medie imprese già da tempo in crisi di liquidità.
“Sorprende e amareggia – dice il presidente Andrea Rossetti – che ogni rilievo critico anche di Confcommercio sia rimasto inascoltato”. Chi opera nella distribuzione come price taker, non può tecnicamente manovrare i prezzi al consumo e non è in condizione di poter beneficiare del caro benzina registratosi da febbraio ad oggi. Per l’Associazione è poi “fuorviante” anche il benchmark individuato: un incremento dell’utile superiore al 10% rispetto al quadriennio orribile 2018/2021 “non dimostra la sussistenza di extraprofitti. La crisi pandemica e i ripetuti lockdown hanno infatti falcidiato i bilanci di queste imprese”.
“L’agognata ripresa nel 2022 non è che il fisiologico ritorno alla semi-normalità. Ciononostante, ci vediamo ingiustamente accomunati alle big corporation dell’oil&gas, delle rinnovabili e degli altri settori indicati, essi sì, in molti casi miracolati dal caro energia. È incomprensibile quanto sta avvenendo. Incomprensibile che, derogando al perimetro chiaro del Regolamento Ue, il Governo abbia voluto includere queste pmi nella base imponibile, con una sovrattassa pesante, per di più non deducibile”, conclude Rossetti.
Dehors, Fipe: “la proroga delle semplificazioni sarebbe positiva”
“La proroga fino a giugno delle semplificazioni normative per l’allestimento dei dehors è un’ottima notizia ed è l’occasione per sviluppare una nuova armonia tra cultura e impresa nei centri storici delle nostre città. L’obiettivo comune deve essere quello di consentire uno sviluppo ordinato delle attività commerciali, riqualificando al tempo stesso gli spazi urbani e valorizzando il patrimonio architettonico, artistico e monumentale del Paese”. Così Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio, commenta l’apertura del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, all’approvazione in sede parlamentare degli emendamenti al decretio Aiuti quater per la proroga del regime autorizzativo semplificato per bar e ristoranti che desiderano allestire uno spazio esterno temporaneo.
“Si tratta di un intervento che richiediamo da mesi – spiega Calugi – perché siamo convinti che i dehors, se ben allestiti, possano costituire un valore aggiunto per le imprese della ristorazione, ma anche un elemento qualificante per gli spazi urbani. Un giudizio condiviso dai cittadini. Secondo un’indagine condotta da Fipe-Confcommercio a fine 2021, i dehors suscitano emozioni positive nel 70% dei cittadini, che li ritengono funzionali per sviluppare convivialità in aree dove prima non c’era nulla e che spesso migliorano gli ambienti, rendendoli più armoniosi”.
No Comments