NEL DECRETO DI APRILE 30 MILIARDI PER IL SOSTEGNO AL REDDITO, BONUS AUTONOMI A 800 EURO

Numeri che fino a sei mesi fa avrebbero fatto accapponare la pelle ma che oggi sembrano inevitabili e ormai quasi scontati. Sono quelli che il Def si prepara a scrivere nero su bianco nel nuovo quadro macroeconomico post-coronavirus, probabilmente con un orizzonte temporale biennale, anziché con la tradizionale programmazione a tre anni, così come consentito nell’eccezionalità della situazione anche dalla Commissione europea. Le stime a cui gli economisti del Mef stanno ancora lavorando potrebbero dunque indicare il Pil tendenziale in caduta quest’anno di circa l’8%, il debito in impennata al 155-160% del Pil, mentre deficit rischia di arrivare alle due cifre.

Molto dipenderà dal volume degli interventi che il governo vorrà inserire nel prossimo decreto aprile, che viaggia al momento sui 70-75 miliardi di euro, di cui 25-30 per la cig e altre forme di sostegno al reddito, e da quanto del valore complessivo delle misure sarà effettivamente coperto con l’indebitamento, quanto con i Fondi strutturali europei (seppure in parte minore) e quanto risulterà invece come saldo netto da finanziare. Con il passare delle settimane il provvedimento sta lievitando e sarà difficile riuscire a fare i conti esatti prima della messa a punto definitiva, anche perché la data sta progressivamente slittando in avanti. In ordine di tempo il primo passo dovrà essere l’approvazione in Consiglio dei ministri del piano di scostamento da inviare poi alle Camere. L’esame del Cdm dovrebbe essere mercoledì – anche se non si esclude che possa essere rimandato a dopo il Consiglio Ue di giovedì – e sarà contemporaneo a quello del Def che approderà dunque in Parlamento insieme alla proposta di modifica dei saldi. L’obiettivo del governo è quello di chiudere entrambi gli esami con un voto unico in Aula che nella migliore delle ipotesi, considerando i tempi tecnici di valutazione del Def, con relative memorie di audizione e stesura delle risoluzioni, non potrà che essere all’inizio della prossima settimana.

Se il decreto vorrà continuare a chiamarsi ‘aprile’, i giorni a disposizione per l’approvazione rimarrebbero in extremis mercoledì 29 o giovedì 30. Il testo replicherà in parte le misure del Cura Italia, facendo salire però, secondo quanto annunciato dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico a 25-30 miliardi la dotazione per le misure di sostegno al reddito. In particolare verrà rifinanziata la cig, così come la Naspi, con un costo che potrebbe superare i 15 miliardi. Il reddito di emergenza destinato ai lavoratori discontinui, ma anche a colf e badanti, dovrebbe invece valere circa 2 miliardi. L’aumento del bonus autonomi da 600 a 800 euro farà lievitare i 3 miliardi di marzo, a meno che non si opti per interventi più selettivi, mentre Stefano Patuanelli è al lavoro sugli indennizzi a fondo perduto alle imprese, con risorse minime di 4 miliardi che però potrebbe lievitare anche a una decina. Per la garanzia alla liquidità delle imprese lo stanziamento sarà complessivamente di oltre 30 miliardi di euro tra Fondo di garanzia per le Pmi e Sace. Alle piccole e medie imprese potrebbe essere concessa anche una sospensione delle tariffe energetiche, con finanziamenti che andrebbero a ridurre gli oneri di sistema in bolletta. Il ministero della Famiglia sta infine studiando un bonus figli che Elena Bonetti vorrebbe non una tantum ma fino alla fine dell’anno, calcolato da 80 a 160 euro al mese in base ai redditi Isee.

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