31 Ott SANGALLI: “GIUSTO ALZARE IL LIMITE AL CONTANTE E TAGLIARE L’IVA SUI BENI DI CONSUMO”
Intervista al presidente di Confcommercio sulle pagine del Messaggero: “bene le prime mosse dell’esecutivo, più sostegni per imprese e famiglie”.
Il caro energia, come sostiene il presidente del Consiglio Meloni, è la prima emergenza da affrontare visto che sia le famiglie che le imprese rischiano di saltare?
«Il richiamo del premier alla tempestività ed alla necessità di comuni ed efficaci risposte europee per fronteggiare la difficilissima situazione che stiamo vivendo ci trova pienamente d’accordo. Occorre che le conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo si traducano in meccanismi operativi: dal tetto dinamico al prezzo del gas alla riforma delle regole di formazione dei prezzi dell’elettricità. In particolare, va riproposto con forza il tema dell’energy recovery fund. Così come è necessario il perseguimento contestuale di sostenibilità ambientale, economica e sociale e del principio di neutralità tecnologica nella transizione ecologica».
Il governo è intenzionato a impegnare il 75% delle risorse della prossima manovra che sarà di circa 40 miliardi su questo fronte.
«Condividiamo l’annuncio del mantenimento e del rafforzamento delle misure nazionali per contenere l’impatto del caro energia e del caro carburanti: i crediti d’imposta per le imprese vanno estesi temporalmente e potenziati, e vanno sostenute liquidità e possibilità di rateizzazione. Serve, poi, continuità tanto degli interventi di annullamento degli oneri generali di sistema, quanto delle misure di riduzione delle accise sui combustibili e dell’Iva sul metano per autotrazione. Ed occorre rifinanziare i ristori contro il caro carburanti per gli utenti professionali del trasporto».
E per le Pmi in particolare?
«Sul versante societario, sempre a tutela delle imprese, andranno riproposte le misure emergenziali del periodo pandemico in materia di riduzione del capitale sociale e di sospensione degli ammortamenti, ed andranno individuate specifiche soluzioni per l’ammortamento pluriennale dei costi energetici».
Insomma, non c’è tempo da perdere.
«Bisogna fare presto: perché, nel terziario di mercato, costi dell’energia fuori controllo mettono a rischio chiusura, entro la prima metà del 2023, circa 120 mila attività con una ricaduta sull’occupazione di circa 370 mila lavoratori».
Che ne pensa della proposta di “un nuovo patto fiscale”?
«Mi sembra una coerente declinazione di quella “rivoluzione culturale nel rapporto tra Stato e sistema produttivo”, segnalata come condizione necessaria per un percorso di crescita “duratura e strutturale”. Ne sono anche stati indicati i tre pilastri: riduzione della pressione fiscale secondo equità, tregua fiscale per la regolarizzazione delle posizioni di chi è in oggettiva difficoltà, lotta all’evasione fiscale. Buoni principi. Occorre approfondirne tempi e modalità di realizzazione».
Ma come valuta l’annuncio di un tetto al contante più elevato?
«È certamente utile individuare una misura di maggior equilibrio e nello stesso tempo abbassare i costi della moneta elettronica. Credo, però, sia necessario un coordinamento europeo per stabilire regole comuni. Germania e Austria, ad esempio, non hanno limiti all’utilizzo del contante».
Meno crescita e più inflazione: per i consumi, quali previsioni e cosa fare?
«Le nostre valutazioni sul biennio 2022-2023 sono molto simili a quelle contenute nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza: crescita dei consumi nel 2022 attorno al 4%, quindi sopra il PIL; crescita di qualche decimo di punto, in linea con la variazione del prodotto lordo, nel prossimo anno. Alla fine dell’anno in corso e rispetto al 2019, mancherebbero, comunque, circa 35 miliardi di euro di consumi, pari a una riduzione di spesa pro capite di oltre 300 euro. 11 tutto in uno scenario in cui fattori geopolitici e prezzi energetici determinano anche crescenti rischi di recessione».
La riduzione dell’Iva su alcuni prodotti di largo consumo va nella direzione giusta?
«Certo. Il presidente Meloni ha intenzione di agire a sostegno dei redditi familiari con misure che ricomprendono sgravi fiscali dei premi di produttività, valorizzazione del welfare aziendale, riduzioni Iva nell’area dei beni di largo e generale consumo. Bene. Una ragione in più per avviare tempestivamente una fase di confronto strutturato con le forze sociali».
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